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Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Berici tentativi d'autogestione

 
Una lettera alla Santa Sede firmata da un gruppo di venti sacerdoti «preoccupati del futuro della chiesa di Vicenza». Sono passati tre mesi dal trasferimento di Cesare Nosiglia all'Arcivescovado di Torino e più che l'incognita sui tempi della successione è il timore su chi arriverà a guidare la Diocesi a generare un certo stato d'animo tra il clero vicentino. La lettera al Santo Padre ha tutto il sapore di una petizione: un documento riservato, girato in realtà tra pochi autorevoli sacerdoti, tra cui diversi docenti del Seminario e una serie di preti in grado di alzare la loro voce critica, come hanno fatto anche in passato in situazioni cruciali come quella della base Usa al Dal Molin.
Al Papa hanno presentato la loro candidatura: quella di mons. Lodovico Furian, 70 anni, già vicario generale, che dopo la partenza di Nosiglia ha assunto l'incarico di amministratore diocesano, un sacerdote che il clero vicentino vedrebbe bene come vescovo della Diocesi per le sue caratteristiche di preparazione, cultura, intelligenza, umanità, già rettore del Seminario e parroco di San Pietro a Schio.
Un nome che in realtà incarna la figura a cui guarda con favore gran parte del clero vicentino: un vescovo pastore e non curiale. Questo è il messaggio fatto arrivare al Papa dopo che il toto-nomine ha portato il clero a voler difendere il futuro di una delle diocesi più importanti d'Italia per numero di abitanti, sacerdoti, tradizioni.
Un futuro che si vorrebbe finalmente più stabile. Mons. Nosiglia, genovese, è rimasto appena sette anni. Chiedono una guida che conosca la realtà e con uno spettro di tempo abbastanza lungo per portare avanti progetti, programmi di ampio respiro, visite pastorali complete, temi da sviluppare in maniera costante come la crisi vocazionale, il delicato rapporto con i giovani, le problematiche sociali. E invece i timori sono legati al rimpallo di una serie di "papabili" che non sembrerebbero garantire una certa affidabilità quanto alla possibilità di rimanere per un periodo sufficientemente lungo a Vicenza.
Nomi curiali appunto, alte personalità più vicine ai palazzi che non alla vita delle parrocchie, troppo giovani per fermarsi a lungo in una Diocesi che ha bisogno di punti fermi e non di essere un trampolino per incarichi più in vista. E così i preti vicentini hanno allargato le braccia quando, fin da subito, è rimbalzato il nome del "ciellino" mons. Livio Melina, tra i massimi esponenti di teologia morale e di bioetica in ambito cattolico. Ma un certo disappunto è girato anche al nome di due "ruiniani" di ferro come Claudio Giuliodori e Mauro Parmeggiani. Giuliodori, 53 anni, è vescovo di Macerata ed è stato addetto alle comunicazioni sociali dell'influente cardinal Ruini, già presidente della Cei. Parmeggiani, quasi 50 anni, è vescovo di Tivoli ed è stato segretario particolare di Ruini. Niente di personale, si sono detti i nostri sacerdoti, però appare loro lampante come due personaggi del genere non possano che prendere Vicenza come una palestra, giusto per farsi le ossa, sei-sette anni e poi spiccare il volo. "Foresti", che di Vicenza conoscono poco, il tempo di entrare in sintonia e poi nel più bello essere mandati a ricoprire altri incarichi.
Altra cosa sarebbe un veneto. Un personaggio come l'ausiliare di Venezia Beniamino Pizziol, 64 anni, o il trevigiano Francesco Giovanni Brugnaro, 67 anni, vescovo di Camerino. O magari il vicentino Adriano Tessarolo sul quale però difficile appare la chiamata: è stato nominato vescovo di Chioggia appena un anno fa e poi non è consuetudine che un vicentino diventi vescovo a casa sua. Diverso per Furian: è vero che la sua vita sacerdotale è legata a Vicenza però le sue origini sono padovane, di San Giorgio in Bosco.
Il messaggio al Papa è arrivato e la risposta potrebbe arrivare il 7 e l'8 maggio, quando Benedetto XVI sarà ad Aquileia e Venezia. C'è il patriarca di Venezia Angelo Scola in predicato di succedere al cardinal Dionigi Tettamanzi alla guida della Diocesi di Milano. C'è anche la possibile partenza del vescovo Antonio Mattiazzo da Padova. E la casella di Vicenza da riempire.

 

Articolo di Roberta Bassan I preti scrivono al Papa: «Furian vescovo» da www.ilgiornaledivicenza.it

immagini Corbis

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