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Adieu Scola: il programma del congedo


La diocesi di Venezia si prepara al congedo dal Patriarca Angelo Scola, nominato arcivescovo di Milano. Saranno due i gesti ufficiali, con un primo momento civile, il 5 settembre, e un secondo momento religioso, il 7 settembre.
Lunedì 5 saranno le autorità civili del Comune di Venezia, della Provincia, della Regione e dei Comuni della diocesi (Mira, Quarto d'Altino, Jesolo, Cavallino-Treporti, Eraclea, Caorle) a salutare il Patriarca: il gesto ufficiale di congedo è previsto al Teatro La Fenice a Venezia a partire dalle 20,30. Un migliaio le persone che si prevede saranno presenti (l'ingresso sarà ad invito) in rappresentanza delle istituzioni e del mondo laico della diocesi. Il programma della serata prevede un concerto offerto dall'orchestra del Teatro La Fenice e, in conclusione, i saluti delle autorità.

Doppio appuntamento il 7 settembre. Il momento ecclesiale è previsto due giorni dopo, mercoledì 7 settembre, e si articola secondo due diversi appuntamenti. Il primo, a partire dalle 15,30, avverrà presso la Basilica della Salute, dove il card. Scola e il rettore del Seminario mons. Lucio Cilia hanno invitato tutti i presbiteri e i diaconi, come pure i laici che vorranno essere presenti, alla presentazione della sede del Seminario, rinnovata dall'intervento di restauro che si sta concludendo. «E' un momento nel quale saranno soprattutto i presbiteri a salutare il Patriarca, ritrovandosi nel luogo cardine della loro formazione», spiega don Natalino Bonazza che presiede il Comitato preposto ad organizzare il congedo del Patriarca.

Il momento alla Salute rappresenterà l'occasione per visitare i cantieri del restauro al Seminario, uno degli interventi fortemente voluti proprio dal card. Scola che ora lascia in dono alla Diocesi e alla città di Venezia: il polo pedagogico-accademico dello Studium Generale Marcianum, la biblioteca con oltre 50mila volumi censiti, la splendida pinacoteca con i capolavori del fondo artistico del Patriarcato, sono infatti aperte non solo agli studiosi e agli addetti ai lavori, ma a chiunque sia interessato alla cultura e all'arte. I restauri sono in corso di ultimazione: per questo la visita del 7 settembre non sarà una vera e propria inaugurazione, ma la presentazione del lavoro ormai quasi ultimato e che in un tempo ormai prossimo sarà totalmente restituito alla città.

Il cuore dell’atto di congedo. Terminato il momento alla Salute, il Patriarca si sposterà in Basilica di San Marco, dove alle 18,30 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica per il saluto da parte della Chiesa veneziana (trasmessa in diretta da Telechiara). E' questo il cuore dell'atto di congedo.

Per comprenderne il senso vale la pena partire dalla frase scelta per il poster che pubblicizzerà l'evento: “Amata Chiesa che sei in Venezia, vai oltre”, una citazione esplicita delle parole pronunciate da Benedetto XVI nel corso della sua visita del 7-8 maggio scorsi (in particolare nel discorso pronunciato in San Marco domenica 8 maggio nel corso dell’Assemblea per la chiusura della Visita Pastorale) e che vuole essere un invito a proseguire lungo la strada tracciata in questi dieci anni dal Patriarca Scola: un congedo, dunque, che è soprattutto un impegno e un ringraziamento da parte della Chiesa di Venezia.

La messa per la Chiesa locale. «Per la liturgia – spiega mons. Orlando Barbaro, incaricato nell’ambito del Comitato a seguire l'aspetto liturgico – l'indicazione data dal Patriarca è stata quella di celebrare la messa per la Chiesa locale. E si è scelto di mantenere le letture del giorno. Questa a mio avviso – prosegue mons. Barbaro – è la scelta più corretta, che andrebbe seguita sempre, perché non dobbiamo essere noi a piegare la parola di Dio secondo i nostri scopi, quanto piuttosto essere noi a piegarci a quel che ci propone l'anno liturgico». Il fatto, poi, che si tratti di una messa per la Chiesa locale ha un preciso significato: «Non è la celebrazione della persona del Patriarca – precisa mons. Barbaro – ma è un momento di congedo nel quale viene espressa la “missio” della nostra Chiesa. Al centro della celebrazione, dunque, c'è la nostra Chiesa, c'è la diocesi che vuole dire al suo Pastore che quanto lui ha dato, ha insegnato a tutti noi, rappresenterà una linea chiara per noi, da proseguire. Abbiamo ricevuto delle indicazioni precise, con la conclusione della Visita pastorale, con le parole del Papa e con l'ultimo discorso del Redentore. A questo intendiamo riferirci nel futuro».

I momenti e i gesti della celebrazione. Sull'altare insieme al card. Scola vi sarà il Patriarca emerito Marco Cè, e con loro anche due sacerdoti, uno giovane e uno anziano, in rappresentanza dei presbiteri veneziani. E' previsto un momento introduttivo, nel quale sarà spiegato il senso di questo gesto, mentre un altro momento particolarmente significativo sarà la professione di fede secondo il rito battesimale, che sarà fatta da alcuni rappresentanti della diocesi, scelti tra i vicariati e tra i vari movimenti, a significare la ricchezza della Chiesa di Venezia, data dalla sua «pluriformità nell'unità», come ama sottolineare il Patriarca. «Anche questo gesto – sottolinea mons. Orlando Barbaro – vuole affermare l'impegno assunto dalla Chiesa di Venezia: le persone che davanti al Patriarca, con il cero in mano, pronunceranno le promesse battesimali, lo faranno a nome di tutta la diocesi».
Infine, terminato il canto meditativo che seguirà la Comunione, ecco il momento dei saluti. Vi sarà la consegna del dono al Patriarca, che consisterà in un gesto di carità poiché questo è il desiderio espresso dallo stesso card. Scola. Fin da ora si possono raccogliere offerte (vedi box con i dati) per la colletta indetta dalla Diocesi che a breve indicherà quale sarà il gesto di carità stabilito, da considerare come conclusione della Visita pastorale.

Nel corso della messa sono previsti degli interventi della Corale Marciana, nei canti dell'Offertorio e poi durante il ringraziamento per la Comunione. Il “Veni Creator”, invocazione allo Spirito Santo. Il canto conclusivo rappresenterà un altro momento particolarmente significativo, perché con il canto del “Veni Creator”, si invocherà lo Spirito Santo per la Chiesa di Venezia che si appresta ad accogliere il nuovo vescovo e per il Patriarca che assumerà il nuovo ministero. E' stato scelto il “Veni Creator” di Lorenzo Perosi, che alterna una strofa di coro polifonico a una di gregoriano. «E' inoltre un canto significativo per i presbiteri – ricorda mons. Orlando Barbaro – perché è il canto che, soprattutto un tempo, accompagnava il primo atto pubblico del nostro sacerdozio, ovvero il momento in cui si indossava la veste». Infine i saluti informali, che il Patriarca riserverà a tutti coloro che vorranno stringergli la mano e ringraziarlo per questi dieci anni insieme.

Serena Spinazzi Lucchesi
Tratto da GENTE VENETA, n.32/2011

8 commenti:

Anonimo ha detto...

...Nessun commento? Che strano...anche el Pietro non risponde ..ghe sarà fini en tel Canal a la disperasion.....

pietro ha detto...

Adieu, Adieu, Adieu.......mi viene in mente la canzone di Modugno "Vecchio frac". Mi dispiace per il Cardinal Scola, dorso mezzo girato, pensieroso, labbra chiuse, anche se in mezzo alla gente, sembra molto solo. Preghiamo per lui, perché lo Spirito Santo lo illumini e lo aiuti in questo futuro ministero ambrosiano. Certamente per Lui il futuro non è roseo, anche perché ha davanti solamente 5 o 6 anni di ministero e quindi non potrà fare gran cose. Allez cordialmente.

Pastor Angelicus ha detto...

Pietro il Romano, di venerata memoria, è morto il 28 giugno scorso, alle ore 12. E sarebbe stato bello che in questo blog da lui tanto amato gli fosse stato dedicato un epitaffio e un grato pensiero, invece manco lo straccio delle condoglianze... Si è sparato un colpo in bocca, poveretto.
Ricordo che teneva in tasca un bigliettino con scritto sopra un nome, ma non so bene a cosa si riferisse, il nome era Gianfranco Ravasi.

Anonimo ha detto...

Ravasi? Mai!

Anonimo ha detto...

Perché mai??

Anonimo ha detto...

Non lascia Roma per una parrocchietta e un titoletto desueto che vale due soldi.

Anonimo ha detto...

Dimentichi l'università, il cortile dei gentili (che avrebbe Venezia un'ottima base), ma soprattutto il Polo Accademico. E' quello che fa gola soprattutto, e forse Ravasi saprebbe gestirlo anche in chiave di prestigio personale.

Anonimo ha detto...

Mabella!

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