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Papa Benedetto e Curia romana: a chi tocca il Sant'Uffizio?



di Marco Tosatti (per Vatican Insider)


Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale statunitense William Levada, parla apertamente di lasciare il suo posto subito dopo la conclusione delle feste natalizie, nel gennaio del 2012 (come scritto da Vatican Insider). Levada è nato il 15 giugno del 1936; ha compiuto 75 anni nel giugno di quest’anno, e quindi si avvia al primo anno di “prorogatio” nel ruolo che fu di Joseph Ratzinger fino all’elezione dell’aprile 2005. Potrebbe restare certamente, ma sembra che all’origine della sua decisione vi siano problemi di salute fisica, legati sia allo stato dei polmoni che alla schiena. Non si sa che cosa farà dopo aver lasciato, se resterà a Roma o deciderà di tornare negli Stati Uniti.

Se la decisione di lasciare verrà confermata, Benedetto XVI si troverà di fronte a un’altra scelta non semplice. La Congregazione per la Dottrina della Fede, “la Suprema”, come veniva chiamata una volta, è certamente il dicastero di maggior rilievo, prestigio e importanza nel panorama della Curia romana. Anche se il fatto che il Pontefice sia un teologo di professione, e l’abbia guidata per venticinque anni certamente riduce, in una certa misura, il ruolo e la figura del Prefetto. Ma resta comunque un incarico di grande delicatezza; tanto più adesso, che lo scandalo degli abusi sessuali ha fatto sì che la Congregazione debba occuparsene quasi in prima battuta in maniera molto più approfondita che in passato.

Il nome del candidato più probabile (come già anticipato da Vatican Insider) è quello di  Gerhard Ludwig Müller, della diocesi di Ratisbona. E’ ben conosciuto dal Pontefice, e secondo quanto si dice in Vaticano non sarebbe contrario a sopportare l’onore e l’onere di Prefetto della Fede, e non perde occasione per manifestare questa sua volenterosa disponibilità a Benedetto XVI. Che, come è noto, a causa della sua mitezza di carattere può essere benissimo che non riesca a dire di no. Sembra che di recente Müller abbia preso un breve periodo sabbatico per dedicarsi allo studio della lingua italiana; e non solo, forse, per amore dell’idioma di Dante. Un nome che sarebbe ben valutato è quello del cardinale ungherese Peter Erdo. Ed è un nome che è già emerso, nel recente passato, quando qualcuno l’ha proposto al Papa come candidato di posti importanti a Roma. Sembra che dall’Appartamento sia giunta una risposta del genere: “E’ un buon suggerimento, ma se lo portiamo a Roma, nell’Europa dell’est chi resta?”. Il che, se fosse vero, darebbe un’idea non consolante dello stato di leadership della Chiesa a oriente di Vienna.

E infine c’è chi pensa a un vescovo latino-americano: Héctor Rubén Aguer, vescovo di La Plata, in Argentina. E’ vescovo di La Plata dal 2000, ha 68 anni – un’età che potrebbe essere considerata adeguata – ed è un protagonista della battaglia “pro-life” in corso nel Paese. Il problema dell’età è importante. E’ certo che alcuni cardinali, come Carlo Caffarra, o Rouco Varela, sono molto stimati da Benedetto XVI; ma si avvicinano alla soglia dei 75 anni. E d’altronde un pontefice di 84 anni non può nominare Segretario di Stato, o Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede qualcuno di troppo giovane, per non correre il rischio di lasciare sulle braccia di un eventuale successore (ad multos annos, naturalmente) il problema di come e dove ricollocare qualcuno che è già praticamente al vertice della gerarchia della Chiesa, e che però è troppo giovane per andare in pensione.

Un problema analogo si presenterà a breve per il Prefetto della Casa pontificia, lo statunitense James Michel Harvey, nato a Milwaukee nel 1949, e quindi  di 66 anni. Non sembra che apprezzi la possibilità di tornare in una diocesi americana, dopo 23 anni di onorato servizio alla Casa Pontificia (Giovanni Paolo II lo ha nominato nel 1998), e probabilmente preferirebbe restare a Roma, con un incarico cardinalizio. Forse a Santa Maria Maggiore, come arciprete, un posto che un altro americano, il cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo emerito di Boston, sta per lasciare. Ma per la “madre di tutte le chiese” ci sono altri nomi che girano; fra cui quello del card. Giovanni Lajolo, che ha appena lasciato all’ex nunzio in Italia, Giuseppe Bertello, la carica di presidente della Pontificia Commissione per la Città del Vaticano, l’ente che guida e amministra la piccola città-Stato, musei vaticani compresi.

immagine da Daylife

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