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Moraglia Patriarca: che diretta televisiva?



Ci ha contattato Alessandro che, preoccupato, chiede delucidazioni riguardo la diretta televisiva del primo Pontificale in San Marco del Patriarca Moraglia. La sua preoccupazione si concentra ai commenti radio-televisivi che interverranno nella diretta, durante il rito. Quello delle "chiacchiere liturgiche" che serpeggiano alle messe trasmesse in televisione, diciamocelo, è un problema radicato che riguarda anche le più importanti e seguitissime liturgie papali. Ecco cosa ci scrive il preoccupato telespettatore: 

Questa prassi inveterata e deprecabile, cui ci hanno abituato i commentatori alla televisione e che abbiamo purtroppo ascoltato anche durante la confusione della messa di commiato del card. Angelo Scola, distoglie completamente l'attenzione di coloro che si uniscono in preghiera davanti alla televisione: soprattutto non aggiunge nulla alla celebrazione che già è completa e si esplica in sé. 
Davvero si farebbe un grande e doveroso servizio se, a partire da prima del Segno di Croce, vale a dire con i canti d'ingresso, e a terminare con il canto finale, dopo il Segno di Croce, non ci si spendesse in ulteriori commenti che risulterebbero superflui. In particolare, oltre che all'inizio e alla fine, si tratta anche del canto del Kyrie e del Gloria, dell'Alleluia, dell'Offertorio, e dei canti alla Comunione e quello finale (vorrei tanto ascoltare il canto finale). 
Il canto, infatti, come dice il Concilio, è parte integrante della celebrazione, e non accessorio ad essa.  


Come non concordare? Sono numerose le parole superflue, che interrompono, alterano, disturbano. Commenti pronunciati da operatori spesso impreparati. 
Speriamo che i bravi operatori di Telechiara -responsabili della trasmissione televisiva dell'evento- facciano un eccelso lavoro, alla faccia dei (chiacchieroni) colleghi RAI.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

AL CONCISTORO DICEVANO CORBELLERIE, HANNO CONFUSO UNA DIACONIA CON VIA DEL BABBUINO. PATETICI!

Anonimo ha detto...

Spero anche che abbiano il buon gusto di non piazzare la pubblicità nei momenti più importanti. Ricordo che quando mons. Pizziol entrò nella cattedrale di Vicenza furono trasmessi volutamente due stacchi pubblicitari, evidentemente pagati profumatamente. Disgusto totale.

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